PATOLOGIA RETTALE

RETTOCELE

Il rettocele è un’estroflessione della parete anteriore del retto in vagina. Tale condizione è dovuta ad una alterazione della muscolatura della parete anteriore del retto che diventa più sottile e debole proprio nel tratto adiacente la vagina.

Si associa spesso ad un prolasso della vescica e dell’utero (prolasso urogenitale). L’età maggiormente interessata  è quella superiore a 50 anni.

Possibili cause possono essere gravidanze multiple, isterectomia, lassità o degenerazione dei muscoli pelvici, stipsi cronica con prolungata spinta espulsiva ed obesità.

SINTOMI

Spesso il rettocele è asintomatico. Si parla di rettocele sintomatico quando compaiono dei sintomi che possono essere vaginali o rettali.

I sintomi vaginali sono sensazione di pesantezza e tumefazione della parete anteriore della vagina con ingombro vaginale che a volte determina dispareunia (disfunzioni nell’ambito sessuale).

I sintomi rettali sono caratterizzati da difficoltà nell’evacuazione con notevole sforzo a defecare, defecazione frammentata, sensazione di incompleto svuotamento che necessità di manovre di digitazione anale o di pressione vaginale.

DIAGNOSI

La diagnosi viene fatta da uno specialista coloproctologo e si avvale sia dell’anamnesi della paziente, che dell’esecuzione di alcuni esami morfologici e funzionali quali rx defecografia, defeco-RM che ne confermino la presenza e ne definiscano il volume, l’altezza ed i rapporti con gli altri organi pelvici.

Ulteriori accertamenti verranno consigliati per escludere altre patologie colorettali, tra cui colonscopia, manometria anorettale, tempo di transito intestinale con markers ed ecografia trans-anale.

TRATTAMENTO

Il trattamento principale è di tipo conservativo con una dieta ricca di acqua (almeno 1,5/2 litri di acqua al giorno) e fibre e con l’utilizzo di eventuali lassativi o mucillagini (psyillium o idrocolloidi).

È anche importante evitare l’eccessiva permanenza sul water e l’eccessivo sforzo ad evacuare: in caso di senso di evacuazione incompleta, è consigliabile andare in bagno più volte piuttosto che compiere sforzi eccessivi e prolungati. E’ sconsigliabile l’uso di lassativi procinetici che nel lungo termine potrebbero danneggiare le strutture nervose e muscolari dell’intestino danneggiandolo irreparabilmente.

Utile è la riabilitazione del pavimento pelvico (biofeedback, massaggi perineali e kinesiterapia) presso centri altamente qualificati.

In caso di insuccesso della terapia dietetica comportamentale o laddove la sintomatologia condizioni in modo importante la qualità della vita della paziente, potrà essere presa in considerazione una terapia chirurgica.

Numerose sono le tecniche chirurgiche a disposizione, per via trans-anale (interventi secondo Sarles, Block, Delorme interna, STARR, TRANSTARR), per via addominale (rettopessi) o per via transvaginale (colpoperineoraffia) e lo specialista deve essere in grado di adattarle al singolo caso per ottenere i migliori risultati anatomici e funzionali. 

L’età della paziente, il volume del rettocele e la situazione sfinterica sono alcuni dei fattori determinanti per la scelta di un tipo di intervento rispetto ad un altro, che potranno essere discusse, ove necessario in maniera multidisciplinare (proctologica, ginecologica ed urologica).